smart working fase 2
Il nuovo Dpcm che regola la ripartenza delle aziende incentiva il “massimo utilizzo”, dove possibile, del lavoro agile.
Circa il 60% delle aziende in Italia ha introdotto lo smart working durante l’emergenza sanitaria. Quindi solo in 4 aziende su 10 il lavoro agile era già qualcosa di aziendalmente consolidato. Possiamo tranquillamente affermare che lo smar tworking imposto dal Covid-19 è stata una novità per moltissime aziende. Si è saltato direttamente dalla fase di test alla fase di stress test.
Giunti a questo punto è necessario fermarsi e tirare le somme per capire cosa è successo, cosa sta succedendo e che direzione prendere.
La modalità di lavoro remota ci ha permesso di mantenere una certa Business Continuity e ha dato una incredibile spinta verso una digitalizzazione del lavoro. Uno degli aspetti più delicati quando si parla della gestione dell’infrastruttura IT da remoto riguarda la sicurezza. Oggi, ad esempio, tutti i dipendenti sono in grado di accedere alle risorse aziendali tramite una VPN, cosa che fino a poco tempo non fa non era pensabile. Il nostro compito ora è quello di pensare a questa modalità nel lungo termine e non come a qualcosa di passeggero e contestualmente alle insidie che questa modalità porta con sé.
Spesso le soluzioni aziendali messe in piedi e fretta e furia si sono rilevate non efficaci: accessi da remoto mal configurati o con implementati tecnologie non adatte, computer privati utilizzati come aziendali non adeguatamente protetti o condivisi con altri familiari, strumenti di videoconferenza non sicuri e così via.
Gli stessi attacchi informatici, soprattutto quelli legati al phishing, hanno giocato con le nostre insicurezze spingendoci a cliccare e a registrarci su siti malevoli.
Anche se da una parte questo rientro alla normalità e il graduale rientro dei dipendenti in ufficio ci permette di dimenticare la sicurezza applicata allo smartworking sarà necessario prestare attenzione a tutti i rischi provenienti dalle macchine uscite dal perimetro aziendale (e che magari non abbiamo tenuto sotto controllo) e che ora torneranno operative sulle nostre reti. Sarà necessario controllare i sistemi antivirus, gli aggiornamenti dei sistemi operativi, verificare l’eventuale presenza di programmi non desiderati etc etc.
Insomma, anche siamo alla fase 2 non è il momento di abbassare la guardia.
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